«In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.

Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.

Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte
».

Boris Pasternak

sabato 4 novembre 2017

Tu me tiens sous ton charme

Avremo letti pieni di profumi leggeri,
divani profondi come tombe,
e sulle mensole fiori strani,
dischiusi per noi sotto cieli più belli.

A gara bruciando gli estremi ardori,
saranno i nostri cuori due grandi fiaccole,
specchianti le loro doppie luci
nei nostri spiriti, specchi gemelli.

Una sera fatta di rosa e di mistico azzurro,
ci scambieremo un unico bagliore,
come un lungo singhiozzo, grave d’addii;

e un Angelo più tardi, schiudendo le porte,
lieto e fedele verrà a ravvivare
gli specchi offuscati e le fiamme morte.


C. Baudelaire, La mort des amants,
 Les Fleurs du mal, 1857.

particolare di The fallen angel, D. Michals, 1968.

lunedì 22 maggio 2017

Fan.

 Ritorno, tornare indietro, capovolgere, ribellarsi.


Due mani sono tenute l'una opposta all'altra.
Per capire il Tao bisogna comprendere i cicli.
Giorni e notti, estati e inverni,
onde che si levano e sono consumate da nuove onde,
l'incessante avanzare delle generazioni,
vapori acquei che si condensano in nuvole.
Il Tao è ciclico, non lineare.





La moltitudine delle cose è inanerrabile,
ma si muove circolarmente.
Coloro che si muovono in armonia col Tao
comprendono l'ascesa e la caduta
e acquisiscono chiarezza e introspezione.
Chi non accetta l'ascesa e la caduta
avanza incautamente verso la sventura.

Per questo si dice: «Il segreto del Tao è nel ritorno».


                                                                                                                                                          M.C.Escher, Metamorphosis II.

venerdì 8 luglio 2016

«Dei nostri incontri ogni istante festeggiavamo»




«Dei nostri incontri
ogni istante festeggiavamo
come un'epifania,
soli nell'universo tutto.
Più ardita e lieve d'un battito d'ali
per le scale correvi
come un capogiro,
precedendomi tra cortine di umido lillà
nel tuo regno dall'altra parte dello specchio.
Quando la notte venne
ebbi da te la grazia.
Si spalancarono le porte dell'altare
e le tenebre illuminò,
chinandosi lenta,la tua nudità.
E io,destandomi,"sii benedetta", dissi,
pur sapendo che oltraggio era
la mia benedizione.
Tu dormivi,
e a sfiorarti le palpebre col suo violetto
a te tendeva,dal tavolo,il lillà.
E le tue palpebre sfiorate di violetto
erano quiete,e calda la tua mano.
E nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumavano le montagne, luceva il mare.
E tu tenevi in mano la sfera di cristallo,
e tu in trono dormivi,
e,Dio!,
tu eri mia.
Poi ti destasti,
e trasfigurando il quotidiano vocabolario umano
a piena voce pronunciasti
"Tu!"
E la parola svelò il suo vero significato,
e zar divenne.
Nel mondo tutto fu trasfigurato,
anche le cose semplici,
-il catino, la brocca, l'acqua
che sta fra noi come una sentinella,
inerte e dura.
Chissà dove fummo spinti...
Dinanzi a noi si stesero, come miraggi,
città nate da un prodigio.
La mente sola si stendeva
sotto i nostri piedi,
e gli uccelli c'eran compagni di viaggio,
e i pesci balzavano dal fiume,
e il cielo si spalancava ai nostri occhi
quando il destino seguiva i nostri passi
come un pazzo con il rasoio in mano».

Arsenij A. Tarkovskij
Primi incontri
Immagini da
Lo Specchio di Andrej A.Tarkovskij 





domenica 13 settembre 2015

Vermeer

"The Milkmeid"

J.Vermeer







«Finché quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.»

W. Szymborska


lunedì 10 agosto 2015

O Capitano! Mio Capitano!

«Gli uomini, sia ora che in principio, hanno cominciato a filosofare a causa della meraviglia, iniziando a meravigliarsi dapprima riguardo alle cose strane che erano loro a portata di mano e proseguendo, così, poco a poco, sino a porsi problemi di maggiore conto. Per esempio, riguardo alle affezioni della luna, del sole, degli astri e della nascita dell'Universo. Ma chi dubita e si meraviglia crede di non sapere, perciò anche l'amante del mito è in un certo senso filosofo, giacché il mito è un insieme di fatti sorprendenti».
Aristotele, Metafisica


Cos'è mai un verbo coniugato all'imperfetto?

Le sue lezioni universitarie erano νόστοι.
Viaggi nel passato, nel presente incompreso in cui ci si sente in bilico, gettati nella storia. 
L'antichità per leggere la modernità.
Lezioni universitarie come Bellezza.
Lui era l'Università fatta carne.
Un uomo con la testa altrove, sognante di un mondo ancora possibile se guardato con il cuore.
Un uomo che guardava, un uomo che chiedeva.
Un professore che chiedeva. 
Lui chiedeva.

"La mer,
  a bercé mon coeur pour la vie
"
Mauro Corsaro amava parlare di tutto, fermarsi a contemplare un volto enigmatico o un albero strascicante malinconia. Leggeva Platone, leggeva Nietzsche e la Scuola di Francoforte, guardava i film di Marco Ferreri e poi chiedeva che cosa pensassimo delle usanze spartane ancora possibili, eternamente possibili. Il mondo antico è la chiave di comprensione del mondo, è un mito.
E lui gesticolava, quasi a voler afferrare tutto dalla vita, fino alla radice, come un amante mendicante.
Umiltà, apertura al presocratico νοῦς, quello che i Latini chiamavano studium: dedizione, passione, zelo.
Ed oggi tentiamo di pronunciare bene le parole in Greco, come lui ci ammoniva di fare.
Un velo di attraente esaltazione sul suo volto immacolato...
 
Ciao, Capitano.

sabato 3 maggio 2014

Il meraviglioso albero della vita: "To The Wonder"

I profumi hanno invaso case e stanze,  
negli scaffali si affollano i profumi,
io stesso aspiro la fragranza, la conosco, mi piace,
il distillato potrebbe inebriare anche me, ma io non lo
permetterò.
Non è un profumo l’atmosfera, non ha 
il sapore del
distillato, non fa odore,
sarà sempre per la mia bocca, io la amo,
andrò sul pendio vicino al bosco e butterò la maschera
e i vestiti,
ardo dal desiderio di sentirne il contatto.
Il fumo del mio alito,
echi, mormorii, lievi sussurri, radici d’amore, filo di seta,
ramo biforcuto e vite,
la mia respirazione e inspirazione, il battito del cuore, il
sangue e l’aria che passano per i miei polmoni, l’odore
delle foglie verdi, delle foglie secche e della
spiaggia e degli scogli duri e del fieno nel fienile,
il suono delle parole infuocate della mia voce abbandonata
ai turbini del vento,
pochi baci leggeri, qualche abbraccio, braccia tese,
il gioco di luci e ombre sugli alberi al muoversi dei
rami flessuosi,
il piacere di star solo o nel trambusto delle strade o
lungo i campi o sui fianchi di una collina,
il senso del benessere, il trillo del mezzogiorno, il canto di
me che mi alzo dal letto e incontro il sole


“Credi forse di poter trovare in me il tuo ideale?
Pensi che sia così semplice farmi diventare il tuo
amante?"
“C’è questo in me- non so che cosa sia- ma so che è in me.
Contorto e sudato- il mio corpo poi diventa calmo e
fresco, e io dormo-  dormo a lungo.
Non lo conosco- non ha un nome- è una parola non
detta,
non si trova in nessun dizionario, in nessun simbolo, in
nessuna espressione”


                                ©"Foglie d'erba", W. Whitman
"To the Wonder", T. Malick  

giovedì 31 ottobre 2013

Sunday Morning

© Scarlet field, A. Morosini



Una dolce ed onirica melodia,
gli occhi socchiusi,
la mente vagheggiante,
Cosi distratti perché innamorati della vita,
dei silenzi, degli efebici corpi sinuosi.
Un lieve sorriso,
la gioia della scoperta.
È domenica mattina.



 "Sunday morning, 
praise the dawning,
It's just a restless feeling by my side.
Early dawning, 
Sunday morning,
It's just the wasted years so close behind.
Watch out, the world's behind you
There's always someone around you who will call,
It's nothing at all".



A Lou.
Adesso potrai fare un giro nella zona selvaggia, in un giorno perfetto, di domenica mattina.                                                                      

martedì 1 ottobre 2013

"This must be the place"

"La passeggiata", M. Chagall
La strada è stata costruita per me, il destino ci guida verso i grattacieli dei film newyorkesi.
Il cielo è alto, le stelle ammiccano
l’espressione del Mistero.
La mia casa, quella che cerco da sempre,
l’ho già trovata.
Non un’altra possibilità, non un’altra dose di
domande, questo è il posto.
È stato un pensiero vivo nel passato,
un’epifania celata dalle lacrime,
le prime luci della notte, una tristezza che
mi porta via dalle prime note di consapevolezza.
Dillo un’altra volta, amore mio,
di’ che esisti, sei qua.
Non ti ho mai visto così, non ti ho mai visto.
Sei vivo, è qua, qua il posto.
Dato il tangibile, brilla di presenze.
Tutto scorre davanti a me, meravigliosamente fatiscente.
Vaghiamo nella notte senza fine, lacrimando per la ballata di sottofondo.
Il passato è il futuro, s’incontrano nel medesimo istante.
Mentre posteggi la macchina, ti guardo negli occhi e sento questo grido dentro me, attorno alla verdura di silenzi: questo è il posto.
Sono a casa e non riesco a dormire.
Sarà il grido di vita dei Talking Heads.

                                                                                               
                                                                                          «C'era un tempo, prima che nascessimo,
  che se qualcuno l'avesse chiesto, è lì che sarei stato

giovedì 18 luglio 2013

"Nuovo Cinema Paradiso"

Salvatore, Alfredo, le pellicole.
L'amicizia attraverso fotogrammi di una vita in movimento.
"Giacchè io, caro signore, non giro sempre allo stesso modo la manovella, ma ora più presto ora più piano, secondo il bisogno. Non dubito però, che col tempo- sissignore- si arriverà a sopprimermi. La macchinetta- anche questa macchinetta come tante altre macchinette- girerà da sé. Ma che cosa poi farà l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sè, questo, caro signore, resta ancora da vedere", L. Pirandello da "I quaderni di Serafino Gubbio operatore"
Il cinema come educazione alla vita, contemplazione dei batticuori.
Era la vita meglio vissuta, il sogno,
la famiglia riunita e gli amori appena nati.
Salvatore, Alfredo... immortali grazie ad una commovente colonna sonora, nelle strade della Sicilia, dentro gli occhi di una venere bionda.






"Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. È meglio starsi zitti".
"Anche se il tempo passava in tutte le donne che incontravo, ho cercato solo te".

"Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere.
Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti.
Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia.
O' capisti?
Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del paradiso quando eri picciriddu
".
 "A vita non è come l'hai vista al cinematografo, a vita è cchiu difficili. Vattinni, tonnatinni a Roma! Tu si giovane, il mondo è tuo e io sugnu vecchiu: non voglio più sentirti parlare, vogghiu sentiri parrari di tia!



       "Da mi basia mille, deinde centum, 
        Dein mille altera, dein seconda centum, 
       Deinde usque altera mille, deinde centum", Catullo.

mercoledì 15 maggio 2013

ΗΛΕΚΤΡΑ



Triste è il percorso, ogni passo una lacrima

«ω πόλις, ω γενεά τάλαινα νυν σε

μοιρα καθαμερία φθίνει φθίνει»



«O luce pura e aria in misura eguale sulla terra,
quanti accenti di dolore da me udisti e quante percosse
inferte al petto sanguinante, appena la notte oscura si dileguò!
E l’aborrito letto di questa sventurata conosce ormai le mie veglie notturne,
quanto io pianga lo sfortunato mio padre, che il sanguinario
Marte non accolse nella barbara terra»
Argo. Oreste è pronto a vendicare
il padre Agamennone, ucciso dalla moglie Clitennestra. La vendetta della vendetta: la regina sopportò il crudele omicidio della figlia Ifigenia, sacrificio immolato agli dei, alla terra. Elettra piange tra i campi roventi di una Grecia mummificata, si strugge davanti alla dea Luna, al cospetto dell'indifferenza del mare, dell'arcano destino.
 L'attesa, la nemesi: Oreste entra nel palazzo, dà la morte ad Egisto, alla madre ridotta a supplichevole cortigiana. Tragedia noir di un odio radicato nella profondità del ricordo perpetuo.
Elettra, Sofocle




«L'assassino si svegliò prima dell'alba, 
s'infilò gli stivali,
prese una maschera dall'antica galleria.
 S'incamminò verso l'atrio,
verso la stanza dove viveva sua sorella e...»
The end, Doors

venerdì 26 aprile 2013

«Il tutto sta nel dosare sentimento e stile, il tutto sta nel mettere insieme la rabbia estemporanea del punk e la più rigorosa impostazione jazzistica, per cominciare la più grande rivolta di tutti i tempi»

«Ma questa non è una ragazza, è un intero disco di Battisti»
«In quelle sere di primavera, seduti al tavolo di cucina coi libri sparsi un pò in giro, la musica a basso volume e la candela accesa, Alex cominciava a capire cosa fosse la felicità»
                                                                  
 


«Per certi versi siamo bel oltre lo stare insieme. 
Ti sento dentro, Alex»















«Se penso, al di là di tutto, che adesso sono quel ragazzo che non esiste più... Mi sento come un pozzo dentro il petto, come un buco nero che potrebbe risucchiare tutto [...] Cioè, quando morirà mia nonna, non ci sarà più nessuno nello spazio della mia vita di quando mangiavo le stelline in brodo o di quando mi sentivo scottare la fronte e lei mi metteva il termometro e mi copriva con il plaid perché non sentissi freddo»
«Io credo che ci siamo addomesticati a vicenda. Cominciamo a preoccuparci quando l'altro è in ritardo... Io sono felice quando ti vedo arrivare o quando sto con te, abbiamo tanto da dirci, da stare in silenzio uno vicino all'altro e basta»
 
                                                                                      ©Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi- E. Negroni