«In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.

Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.

Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte
».

Boris Pasternak

giovedì 18 luglio 2013

"Nuovo Cinema Paradiso"

Salvatore, Alfredo, le pellicole.
L'amicizia attraverso fotogrammi di una vita in movimento.
"Giacchè io, caro signore, non giro sempre allo stesso modo la manovella, ma ora più presto ora più piano, secondo il bisogno. Non dubito però, che col tempo- sissignore- si arriverà a sopprimermi. La macchinetta- anche questa macchinetta come tante altre macchinette- girerà da sé. Ma che cosa poi farà l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sè, questo, caro signore, resta ancora da vedere", L. Pirandello da "I quaderni di Serafino Gubbio operatore"
Il cinema come educazione alla vita, contemplazione dei batticuori.
Era la vita meglio vissuta, il sogno,
la famiglia riunita e gli amori appena nati.
Salvatore, Alfredo... immortali grazie ad una commovente colonna sonora, nelle strade della Sicilia, dentro gli occhi di una venere bionda.






"Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. È meglio starsi zitti".
"Anche se il tempo passava in tutte le donne che incontravo, ho cercato solo te".

"Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere.
Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti.
Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia.
O' capisti?
Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del paradiso quando eri picciriddu
".
 "A vita non è come l'hai vista al cinematografo, a vita è cchiu difficili. Vattinni, tonnatinni a Roma! Tu si giovane, il mondo è tuo e io sugnu vecchiu: non voglio più sentirti parlare, vogghiu sentiri parrari di tia!



       "Da mi basia mille, deinde centum, 
        Dein mille altera, dein seconda centum, 
       Deinde usque altera mille, deinde centum", Catullo.

2 commenti:

  1. Che dire, guardarlo con una persona speciale accanto, non ci sono parole...

    RispondiElimina
  2. "S'io sapessi cantare
    come il sole di giugno nel ventre della spiga,
    l'ubiquo invincibile sole;
    s'io sapessi gridare
    gridare gridare gridare come il mare
    quando s'impenna nel ludibrio d'aquilone;
    s'io sapessi, s'io potessi
    usurpare il linguaggio della pioggia
    che insegna all'erba crudeli dolcezze...
    oh, allora ogni mattino
    e non con questa voce roca d'uomo,
    vorrei dirti che t'amo
    e sui muri del mio cieco cammino
    scrivere la letizia del tuo nome.
    le tre sillabe sante e misteriose,
    il mio sigillo di nuovo speranza,
    il mio pane, il mio vino,
    il mio viatico buono".

    Gesualdo Bufalino, "A chi lo sa",
    vale più di ogni altra parola.

    RispondiElimina