«In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.

Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.

Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte
».

Boris Pasternak

sabato 3 maggio 2014

Il meraviglioso albero della vita: "To The Wonder"

I profumi hanno invaso case e stanze,  
negli scaffali si affollano i profumi,
io stesso aspiro la fragranza, la conosco, mi piace,
il distillato potrebbe inebriare anche me, ma io non lo
permetterò.
Non è un profumo l’atmosfera, non ha 
il sapore del
distillato, non fa odore,
sarà sempre per la mia bocca, io la amo,
andrò sul pendio vicino al bosco e butterò la maschera
e i vestiti,
ardo dal desiderio di sentirne il contatto.
Il fumo del mio alito,
echi, mormorii, lievi sussurri, radici d’amore, filo di seta,
ramo biforcuto e vite,
la mia respirazione e inspirazione, il battito del cuore, il
sangue e l’aria che passano per i miei polmoni, l’odore
delle foglie verdi, delle foglie secche e della
spiaggia e degli scogli duri e del fieno nel fienile,
il suono delle parole infuocate della mia voce abbandonata
ai turbini del vento,
pochi baci leggeri, qualche abbraccio, braccia tese,
il gioco di luci e ombre sugli alberi al muoversi dei
rami flessuosi,
il piacere di star solo o nel trambusto delle strade o
lungo i campi o sui fianchi di una collina,
il senso del benessere, il trillo del mezzogiorno, il canto di
me che mi alzo dal letto e incontro il sole


“Credi forse di poter trovare in me il tuo ideale?
Pensi che sia così semplice farmi diventare il tuo
amante?"
“C’è questo in me- non so che cosa sia- ma so che è in me.
Contorto e sudato- il mio corpo poi diventa calmo e
fresco, e io dormo-  dormo a lungo.
Non lo conosco- non ha un nome- è una parola non
detta,
non si trova in nessun dizionario, in nessun simbolo, in
nessuna espressione”


                                ©"Foglie d'erba", W. Whitman
"To the Wonder", T. Malick  

5 commenti:

  1. Mi fa tutto pensare a Tindari, a quando ci siamo distese sotto quel gigantesco costone di roccia buona. Le vesti leggere, i diciotto anni disgraziati, la filosofia nell'attimo. Si danzava.
    Non si trova in nessun dizionario.

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  2. L'ho sognato, l'ho scritto, l'ho cercato, sto ancora afferrandolo.
    La Sicilia, la letteratura e il cinema nostrano: l'ho carpito lì.
    Poi, però, mi capita di filtrarlo attraverso i raggi di luce della persiana, i "Dialoghi con Leucò" e le pietre roventi sotto il sole. Il mare di Acitrezza, qualche volta.
    Cosa?
    Non si trova in nessun dizionario.
    Forse, "amarcord".

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  3. "Ci sono ormai posti remoti, intatti, non dissacrati, posti che smemorano del presente, che rapiscono nel passato? Io avevo provato questo rapimento a Tìndari, affacciato alla balaustra della terrazza sul vertiginoso precipizio sotto cui si stende la spiaggia sinuosa coi laghi marini, e sulla strada verso il teatro e il ginnasio, dove davanti alle casupole costruite coi blocchi di arenaria dei ruderi stavano vecchine, tutte nere e con bianchi fazzoletti damascati in testa, a filare come le Parche".
    V. Consolo, "Le Pietre di Pantalica".

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