negli scaffali si affollano i profumi,
io stesso aspiro la
fragranza, la conosco, mi piace,
il distillato potrebbe
inebriare anche me, ma io non lo
permetterò.
distillato, non fa
odore,
sarà sempre per la mia
bocca, io la amo,
andrò sul pendio
vicino al bosco e butterò la maschera
e i vestiti,
ardo dal desiderio di
sentirne il contatto.
Il fumo del mio alito,
echi, mormorii, lievi
sussurri, radici d’amore, filo di seta,
ramo biforcuto e vite,
la mia respirazione e
inspirazione, il battito del cuore, il
sangue e l’aria che
passano per i miei polmoni, l’odore
delle foglie verdi,
delle foglie secche e della
spiaggia e degli
scogli duri e del fieno nel fienile,
il suono delle parole
infuocate della mia voce abbandonata
ai turbini del vento,
pochi baci leggeri,
qualche abbraccio, braccia tese,
il gioco di luci e
ombre sugli alberi al muoversi dei
rami flessuosi,
il piacere di star
solo o nel trambusto delle strade o
lungo i campi o sui
fianchi di una collina,
il senso del
benessere, il trillo del mezzogiorno, il canto di
me che mi alzo dal
letto e incontro il sole”
“Credi forse di poter
trovare in me il tuo ideale?
Pensi che sia così semplice
farmi diventare il tuo
amante?"
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Bentornata...
RispondiElimina"L'imprevisto è la sola unica speranza".
RispondiEliminaMi fa tutto pensare a Tindari, a quando ci siamo distese sotto quel gigantesco costone di roccia buona. Le vesti leggere, i diciotto anni disgraziati, la filosofia nell'attimo. Si danzava.
RispondiEliminaNon si trova in nessun dizionario.
L'ho sognato, l'ho scritto, l'ho cercato, sto ancora afferrandolo.
RispondiEliminaLa Sicilia, la letteratura e il cinema nostrano: l'ho carpito lì.
Poi, però, mi capita di filtrarlo attraverso i raggi di luce della persiana, i "Dialoghi con Leucò" e le pietre roventi sotto il sole. Il mare di Acitrezza, qualche volta.
Cosa?
Non si trova in nessun dizionario.
Forse, "amarcord".
"Ci sono ormai posti remoti, intatti, non dissacrati, posti che smemorano del presente, che rapiscono nel passato? Io avevo provato questo rapimento a Tìndari, affacciato alla balaustra della terrazza sul vertiginoso precipizio sotto cui si stende la spiaggia sinuosa coi laghi marini, e sulla strada verso il teatro e il ginnasio, dove davanti alle casupole costruite coi blocchi di arenaria dei ruderi stavano vecchine, tutte nere e con bianchi fazzoletti damascati in testa, a filare come le Parche".
RispondiEliminaV. Consolo, "Le Pietre di Pantalica".