«In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.

Sino all’essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici,
sino al midollo.

Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare,
effettuare scoperte
».

Boris Pasternak

venerdì 26 aprile 2013

«Il tutto sta nel dosare sentimento e stile, il tutto sta nel mettere insieme la rabbia estemporanea del punk e la più rigorosa impostazione jazzistica, per cominciare la più grande rivolta di tutti i tempi»

«Ma questa non è una ragazza, è un intero disco di Battisti»
«In quelle sere di primavera, seduti al tavolo di cucina coi libri sparsi un pò in giro, la musica a basso volume e la candela accesa, Alex cominciava a capire cosa fosse la felicità»
                                                                  
 


«Per certi versi siamo bel oltre lo stare insieme. 
Ti sento dentro, Alex»















«Se penso, al di là di tutto, che adesso sono quel ragazzo che non esiste più... Mi sento come un pozzo dentro il petto, come un buco nero che potrebbe risucchiare tutto [...] Cioè, quando morirà mia nonna, non ci sarà più nessuno nello spazio della mia vita di quando mangiavo le stelline in brodo o di quando mi sentivo scottare la fronte e lei mi metteva il termometro e mi copriva con il plaid perché non sentissi freddo»
«Io credo che ci siamo addomesticati a vicenda. Cominciamo a preoccuparci quando l'altro è in ritardo... Io sono felice quando ti vedo arrivare o quando sto con te, abbiamo tanto da dirci, da stare in silenzio uno vicino all'altro e basta»
 
                                                                                      ©Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi- E. Negroni




















mercoledì 3 aprile 2013

La conversione oziosa

M.Weber  
L'etica protestante e lo spirito del capitalismo , 1905 

Ciò che è veramente riprovevole dal punto di vista morale è l’adagiarsi nella ricchezza, il godimento della ricchezza colla sua conseguenza dell’ozio e degli appetiti carnali, soprattutto di sviamento dallo sforzo verso la vita eterna. E la ricchezza è sospetta solo perché porta con sé il pericolo di questo riposo; poiché il «riposo eterno dei Santi» è nell’al di là; ma sulla terra l’uomo per essere sicuro del suo stato di grazia deve «compiere le opere di Colui che lo ha mandato fintanto che è giorno». 
Non l’ozio e il godimento, ma solo l’azione serve, secondo la volontà da Dio manifestamente rivelata, ad accrescimento della sua gloria. La perdita di tempo è così la prima e, per principio, la più grave di tutte le colpe. Lo spazio della vita è brevissimo ed infinitamente prezioso per affermare la propria vocazione. La perdita di tempo nella società, la «conversione oziosa», il lusso, persino il dormire più di quel che sia necessario alla salute- da 6 ad 8 ore al massimo- è da un punto di vista morale assolutamente riprovevole.
Non si dice ancora, come dirà Franklin, «il tempo è moneta», ma questa sentenza vale, per così dire, in senso spirituale: esso è infinitamente prezioso, perché ogni ora perduta è tolta al lavoro a servizio della gloria di Dio. Senza valore, talvolta addirittura riprovevole, è anche la contemplazione inattiva, per lo meno se essa avviene a spese del lavoro professionale.  […]
Il lavoro è oltre a ciò, e sopra a tutto, lo scopo della vita prescritto da Dio. La sentenza di San Paolo «Chi non lavora non deve mangiare» vale senza restrizioni per tutti. La scarsa voglia di lavorare è sintomo della mancanza dello stato di grazia. […]
Manca alla vita di chi è privo di professione il carattere sistematico- metodico, che è richiesto dall’ascesi laica. Anche secondo l’etica dei Quaccheri la vita professionale dell’uomo deve essere un conseguente esercizio ascetico della virtù, una preservazione del suo stato di grazia, che si esprime nella cura e nel metodo con cui egli attende alla sua professione. Non il lavoro di per se stesso, ma un razionale lavoro professionale è ciò che Dio richiede.

Angelus, Jean- François Millet