« Mio fratello è figlio unico,
perchè non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato
e non ha mai pagato per fare l'amore
e non ha mai vinto un premio aziendale
e non ha mai viaggiato in seconda classe
sul rapido Taranto-Ancona
e non ha mai criticato un film, senza prima vederlo.
Mio fratello è figlio unico,
perchè è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone,
perchè è convinto che nell'amaro benedettino
non sta il segreto della felicità,
perchè è convinto che anche chi non legge Freud
può vivere cent'anni,
perchè è convinto che esistono ancora
gli sfruttati, malpagati e frustrati.
Mio fratello è figlio unico, sfruttato,
represso, calpestato, odiato
e ti amo Mariù!
Mio fratello è figlio unico, deriso,
frustrato, picchiato, derubato
e ti amo Mariù!
Mio fratello è figlio unico, dimagrito
declassato, sottomesso, disgregato
e ti amo Mariù!
Mio fratello è figlio unico, frustato,
frustrato, derubato, sottomesso
e ti amo Mariù !
Mio fratello è figlio unico, deriso,
declassato, frustrato, dimagrito
e ti amo Mariù!
Mio fratello è figlio unico, malpagato,
derubato, deriso, disgregato
e ti amo Mariù!»
Non vedevo un film così da tanto tempo.
La scena finale incorona in modo toccante
una poetica di umanità, politica, storie di
vita umili e grandiose allo stesso tempo.
I personaggi sono tra i meglio riusciti del
cinema italiano.
In memoria di chi cerca, di chi può cambiare
e di chi, in fondo, resta sempre lo stesso.
In memoria della memoria, un inno alla vita,
all'amore eterno.
Al nostro fratello figlio unico.