«Ensures soul integrity prevails»
“Garantisce l’integrità d’animo”, proprio come un farmaco.
E’ questa
l’avvertenza data dal giovane gruppo musicale catanese, i Plootoh, all’interno
del loro omonimo album.
La
rock band è composta da quattro membri: Marco Cutrona(voce,basso e
chitarra), Massimo Nicoletti(voce e chitarra elettrica ed acustica), Riccardo
Pulvirenti(piano e metallofono) e Mario Reito(batteria), ragazzi desiderosi di aprire
un varco nella nostra anima.
L’album
è battezzato da “Idra”, pezzo che
protesta un bisogno di certezze, un motore che provochi la nostra vita, come
l’occhio disegnato da Marco Cutrona all’interno dell’album. «Decisione,distruggi in me quel mondo pieno
di paure. Risvegliami quando dimentico che posso respirare» canta una voce
candida e flemmatica, che emerge spasmodica grazie allo stridente
accompagnamento musicale.
Segue
“Notte”, una poesia che dà un senso
d’eternità. E’ come non avere paura della morte, quando il tempo si ferma e
viene incapsulato da una perpetua reminiscenza, come guardare la vita attraverso
dei finestrini, realizzando che il tempo cambia inesorabilmente,anche quando
tutto dovrebbe apparire più chiaro. Qualcosa non cambia,però: il bisogno del
cuore. “Notte”trasuda la più grande esigenza dell’uomo: «Riscopro un senso che vuole gridare: guardami» e queste sono
parole di una grande umanità poiché, come diceva J. W. Goethe, “l’uomo è un essere volto alla costruzione di
senso”, quel senso che grida, scalpita come un’ape che non smette di ronzarti
intorno.
Questa
bellezza si trascina mediante l’enigmatica “Soul Integrity”, fino all’ascolto di “Caronte”, che spazia dentro luoghi incontaminati, carpendo colori e
mondi inesplorati, fino ad attraversare i grovigli dell’Universo
e, traghettando, inspira energia.
Cos’è
questa magia che noi uomini chiamiamo “illusione”? Indossiamo veli, perché
abbiamo paura di rimanere nudi, ma forse è questo che ci tiene vivi. Gli ebrei
ritenevano che il 7 fosse il numero completo e l’idea che esistano “Illusioni in 7+”alletta l’animo del
viaggiatore.
In
fondo, qual è il numero perfetto? Materialmente l’uomo tende al due, anche se la
sua meta è l’Uno ma, come recita il titolo della traccia successiva, “Sono solo numeri”.
Di
certo, anche l’uomo più saggio è distorto dal dubbio, un mostro distruttore che
fluttua prepotentemente nei meandri del cuore, solo con noi. «Ripenso al crimine che muore con me»
canta M. Cutrona con voce pavida e smorzata in “Muore con me”, dando vita ad un contesto reale ed amaro,cantato
eccezionalmente da Massimo Nicoletti in “Novadei”.
Il testo,sebbene sia palesemente ermetico, esaurisce il significato profondo di
un non-ritorno, armonizzando le lacrime quasi tentassero di danzare in un cielo
stellato,ritrovando il senso del pianto nell’attimo di respiro successivo.
Torna
il mostro che s’insinua come “un cancro
nella mente” ne “La mente matematica
odia il 3”, metafora
dell’’inquietudine insopprimibile, un pensiero onnipresente con cui dobbiamo
sempre fare i conti.
Eppure
la bestia può essere “controllata”, equilibrata nelle sue parti, così da produrre
un’opera d’arte.
L’intero
album è un’opera d’arte, incisa dai disegni di Cutrona, ed è un motivo in più per
valutarlo straordinario ed innovativo, come noi che siamo un capolavoro unico ed
irripetibile.
Allora, come
esprime l’ultimo pezzo dell’album “Rimani
in piedi”, cercati,scalcia e, se non
ci riesci, sappi che esiste un posto colmo di suoni distorti, voci discordanti e
fuori campo anzi, più che fuori campo, fuori dal tempo, come uno di quei pianeti
che di tanto in tanto ti vengono a cercare nei sogni.
Questo
pianeta si chiama Plootoh.
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